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LP, CD, Audio Files come sono fatti?

 

L’LP è nato nel 1948 per immagazzinare il suono ripreso dai microfoni di quell’epoca. È un immagazzinamento meccanico perché in quel tempo non c’erano oggetti elettronici alla portata di tutti capaci di farlo. Il problema del fare musica stava nel conservare il suono acquisito perché fosse utilizzabile dal grande pubblico.

Il primo passo

per fare LP è andare nella cutting room con il file audio finito e trasmetterlo al tornio Neumann per tagliare la “lacca” dove viene inciso il segnale audio.

Per prima cosa il tecnico applica un filtro passa basso intorno alla frequenza di 9KHz per evitare che la puntina salti per un solco troppo piccolo. L’efficacia del filtro si verifica facendo leggere la lacca alla testina sul braccio montato sul tornio. Quando la testina non salta dal solco è individuata la massima frequenza di incisione.

 

 

Nella seconda fase

viene scelta la frequenza dalla quale il segnale deve divenire mono. Questa operazione è necessaria perché, tipicamente sotto i 200Hz la due fasi contrapposte dei due canali, farebbe chiudere ancora una volta il solco e quindi la testina salterebbe.

 

Negli anni ottanta la tecnologia era pronta per immagazzinare il suono su un supporto, più piccolo e di facile uso: il CD. In quel periodo gli HD avevano capacità massime di 30/40Mbit, mentre un flusso dati audio di circa 1 ora era di 650Mbit. I tecnici quindi hanno inventato il CD per contenere questa massa di dati.

Per il CD il segnale proveniente dai microfoni, viene amplificato dai pre-microfonici e dal mixer, e in uscita viene passato sul convertitore AD per essere trasformato in segnale digitale. Oggi il 99% o più delle registrazioni si effettua per “HardDisk Recording”, cioè in maniera totalmente digitale.

 

 

La produzione del CD

, è più semplice perchè la Glass Master si produce con un file digitale. Ma prima di questo, il segnale di tutte le piste registrate (5, 10,20 o più) deve essere ricondotto, con un software apposito, alle due tracce stereo. Questa operazione degrada il segnale originale in maniera importante.

Per la produzione del CD deve essere fatto un ulteriore passaggio, che trasforma il file stereo dal formato Hi Definition HD (tipicamente 24bit 96KHz o 24bit 192KHz), in quello previsto dal RedBook standard di Sony-Philips. Per questo standard, i progettisti avevano previsto una frequenza di campionamento di 44,1KHz e una gamma dinamica di 16bit.

 

Questo passaggio dal file in HD a quello del RedBook,

porta ad un notevole degrado del segnale. Possiamo dire pertanto che il CD è un sottoprodotto dell’ Audio File.

Nel 1980 fare CD audio aveva senso, perché era l’unica modalità per immagazzinare 650Mbit di musica. Ma oggi, che gli HardDisk da 2TB sono divenuti comuni e di facile reperibilità, produrre CD vuol dire fornire audio di qualità inferiore alla “Musica Liquida”.

 

 

Gli Audio Files

hanno molte più informazioni rispetto agli LP e ai CD così da rendere la musica riprodotta più vicina all’originale.

Gli LP e i CD, sono dunque dei sottoprodotti degli Audio File, che sono, quindi, il materiale audio di più alto livello qualitativo possibile oggi. L’importante è far leggere questi file a dei lettori di alto livello tecnologico.

 

Link di approfondimento

Registrazioni. Ripresa e immagazzinamento del segnale

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Audio Files

Anno 2013 – Hard Disk Recording ed Editing in diretta

 

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